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Dall’inchiostro alle tele

Dalla serie di inchiostri realizzati dal 2015 al 2024, nasce la serie di opere dal titolo “Dall’inchiostro alle tele”.

Affascinato da quei segni rapidi, sinuosi e tortuosi che il nero inchiostro lascia su lisci fogli di carta, ho deciso di riportare quei grafemi e quelle immagini tracciate con la punta sottile di un pennino su tele di grandi dimensioni, riappropriandomi della pittura ad acrilico da sempre il mio principale mezzo di espressione.

Le immagini, simboliche e detentrici di antiche virtù morali, religiose e culturali, si prestano a nuove interpretazioni,  punto di partenza di un’introspettiva attività creativa.

In un mondo in cui la tecnologia, la computer grafica, l’intelligenza artificiale consentono di rappresentare con credibilità il mondo reale, e di crearne di nuovi, le mie tele affidano alla sola forza del segno grafico, l’intento di raffigurare ed indagare l’universo reale e fantastico che mi circonda.

Il Tamburo di latta

Il Tamburo di latta – Acrilico su tela – 120 x 80 cm

Camminata nel sottosuolo

Il mito di Persefone (Kore, la giovinetta), figlia della dea Demetra. Fanciulla di straordinaria bellezza, di cui si innamora il re degli Inferi, Ade, che decide di rapirla con il suo carro spettrale e di portarla nel sottosuolo.

La fanciulla, non sa dove si trovi, nel passeggiare nel mondo degli spiriti ne è affascinata e terrorizzata allo stesso tempo. Quel mondo è molto simile a quello da cui proviene, le cose e le persone che lo abitano sono però eterei, senza consistenza, leggeri, privi del peso che il corpo terreno gli conferiva in vita, mica male come situazione.  Tutto è nuovo intorno a lei, tutto è da scoprire, ma il fatto di essere stata rapita proprio non le va giù. Non poteva invitarla? Lei sarebbe scesa volentieri per un appuntamento. Ade era carino e la location niente male, e poi qualche ora lontano dalla onnipresente madre era quello che da sempre desiderava. Ora però non voleva dargli soddisfazione, quindi prima cosa… pratica del silenzio, seconda cosa: sciopero della fame.

Tuttavia i giorni passavano ed il cibo era così vivo, colorato e invitante che alla vista di una melagrana rosso sangue, proprio non riesce a trattenersi: nessuno se ne sarebbe accorto, giusto  un chicco di melagrana. Ahimè, assaggiarla  vuol dire anche restare per sempre in quel mondo, queste sono le regole dell’Inferno: chi mangia il cibo di Ade per sempre nell’Ade deve restare.

Sulla Terra però ad aspettarla c’era la madre, Demetra, la signora delle messi, dei raccolti, dell’agricoltura che da quando era scomparsa la figlia aveva dato di matto: aveva fatto appassire la vegetazione, niente più fiori e frutta fresca, e abbandonata qualsiasi cura di se stessa, nemmeno più il bagno faceva più, piena di dolore, si mette in cammino a cercarla in tutto il Globo. Durante le indagini, viene a scoprire che a rapirla era stato Ade e che ormai dimorava agli Inferi. Demetra era incandescente per affronto subito, decise allora di scomodare il padre della fanciulla, il sommo Zeus, il quale fu costretto a richiederne subito la restituzione.  Ahimè, in quel momento tutti scoprirono che Persefone aveva mangiato del cibo infernale e questo l’ancorava per sempre a quel mondo, la legge era chiara e di fronte a questo nemmeno il potente  Zeus poteva fare qualcosa.

La sorella Demetra non accettò la risposta negativa e minacciò Zeus della rovina in cui avrebbe scaraventato il suo di Mondo. Dopo giorni di trattativa il mondo dell’Olimpo e quello degli inferi trovarono un accordo:

 Ade avrebbe sposato Persefone e ne avrebbe fatto la sua regina, lei avrebbe abitato nel sottosuolo sei mesi all’anno, gli altri sei mesi lei sarebbe ritornata in superficie e li avrebbe trascorsi con la madre, occupandosi della rinascita della vegetazione e dei raccolti.
Così sia detto e così sia fatto! Amen. 

Eppure, una domanda ci giunge: in tutto questo nessuno chiese a Persefone quale fosse il suo reale desiderio? Siamo sicuri che le avrebbe fatto piacere ritornare dalla madre?

Sappiamo solo che negli Inferi diventò una grande e potente regina, forte, impassibile e rispettata da tutti, in superficie, invece, continuava ad essere la “figlia bella e brava della dea Demetra“.

Camminata nel sottosuolo – Acrilico su tela – 100 x 100 cm

Il dittico dimezzato

Coppia di dipinti ispirati all’opera letteraria di Italo Calvino, “Il Visconte dimezzato”.  La bizzarra storia del visconte Medardo di Terralba che, colpito al petto da una cannonata turca, torna a casa diviso in due metà. “Tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti” disse Calvino “tutti realizziamo una parte di noi stessi e non l’altra.”

Il Gramo – Il dittico dimezzato – Acrilico su tela – 70 x 100 cm
Il buono – Il dittico dimezzato – Acrilico su tela – 70 x 100 cm
Il dittico dimezzato – Acrilico su tela – 140 x 100 cm

 

I sacchi di… nocciole

La raccolta delle nocciole è un evento, un rito, una realtà economica della tradizione contadina avellinese a cui ho assistito e partecipato per molti anni. Nella mia memoria sono ancora vivide le immagini, gli odori e i suoni che accompagnavano questo momento della vita contadina irpina:

lunghe distese di nocciole lasciate ad asciugare nell’aia di campagna, la selezione a mano di quelle migliori, l’accumulo di quelle rovinate o bucate in un angolo per poi destinarle ai cumuli di foglie e sterpaglia secca da accendere; i sacchi di iuta conservati nei depositi, il loro odore acre, la superficie ruvida, il loro colore scuro e la loro spessa trama in grado di contenere l’elevato peso delle nocciole essiccate.

Le nocciole, i sacchi consunti e l’iconografia di Burri sono, dunque, gli elementi che ho cercato di unire in queste opere, indagando a fondo nuove soluzioni grafiche e materiche, in grado di parlare di me e della mia terra attraverso un linguaggio artistico tutto nuovo in un ciclo di opere dal titolo “I sacchi di… nocciole“.