“E quindi uscimmo a riveder le stelle”
(Inferno XXXIV, 139)
Dopo aver faticosamente attraversato le tenebre dell’Inferno, Dante e Virgilio si ritrovano a contemplare il cielo stellato dell’altro emisfero come a presagio di un nuovo cammino di luce e speranza prima di accedere al secondo regno, quello del Purgatorio. Le stelle, lontane e luminose, rappresentano il punto di riferimento per Dante, la sua guida nel percorso di purificazione, una sorta di faro capace di donare serenità tanto che ogni cantica si chiude con il termine “stelle” ad indicare il collegamento del destino umano con il divino.
E proprio di stelle si parla quando nel cuore delle calde notti estive il cielo si trasforma in uno spettacolo celeste incantevole e affascinante con la comparsa delle Perseidi, conosciute anche come “lacrime di San Lorenzo”. Questo fenomeno annuale, ammirato da secoli in diverse culture, offre uno spettacolo di meteore luminose che attraversano il buio firmamento catturando l’immaginazione e l’interesse di appassionati di astronomia e sognatori. L’affascinante fenomeno della Notte di San Lorenzo rappresenta una congiunzione di storia, fede e meraviglia celeste. Il nome stesso evoca immagini di stelle cadenti scintillanti che danzano attraverso il cielo notturno, portando con sé una magia intrinseca che ha catturato l’immaginazione dell’umanità per secoli.
Le Perseidi sono una delle piogge meteoriche più affascinanti e spettacolari che la volta celeste ci offre ogni anno. Questo magnifico spettacolo astronomico ha radici profonde nella nostra comprensione dell’universo e nel ciclo cosmico della Terra. Le Perseidi sono legate a una cometa chiamata Swift-Tuttle, la quale lascia una scia di detriti di polvere e piccole particelle lungo il suo percorso attraverso il sistema solare. Quando la Terra attraversa questa scia di detriti durante la sua orbita intorno al sole, queste particelle entrano nell’atmosfera terrestre ad altissima velocità. A causa dell’attrito con l’atmosfera, le particelle si riscaldano a temperature incredibilmente elevate, creando le luminose scie che noi osserviamo come stelle cadenti. L’apice dell’attività delle Perseidi si verifica generalmente attorno al 10 e 13 agosto di ogni anno. Durante questo periodo, il tasso di stelle cadenti può raggiungere diverse decine di meteore all’ora, offrendo uno spettacolo davvero straordinario. Il nome di questo sciame meteorico deriva dal fatto che il radiante, ossia il punto dal quale sembrano provenire tutte le scie, è collocato all’interno della costellazione di Perseo. Ma facciamo un passo indietro.
Chi era Perseo?
Perseo è un eroe della mitologia greca, figlio del re degli Dei, Zeus e di Danae e nipote del re di Argo, Acrisio. Secondo il mito, raccontato da Publio Ovidio Nasone nelle sue Metamorfosi, Perseo fu avviato ad una missione impossibile: uccidere Medusa che aveva il potere di trasformare in roccia chiunque incrociasse i suoi occhi. Con l’aiuto di Atena, la figlia prediletta di Zeus, Perseo uccise Medusa e dal suo corpo esangue nacque Pegaso, il cavallo alato, con il quale Perseo fuggì per non essere catturato. Mentre faceva ritorno dalla sua avventura, con in mano ancora la testa di Medusa, scorge una bellissima fanciulla incatenata ad uno scoglio che inizialmente scambia per una statua di marmo. Ma il vento che le scompigliava i capelli e le calde lacrime che le scorrevano sulle guance rivelarono la sua natura umana. Perseo se ne innamorò perdutamente. Si tratta di Andromeda, fanciulla rinnegata dalla propria madre Cassiopea (e anche dal padre Cefeo) per la sua bellezza e lasciata morire legata ad uno scoglio per essere divorata da un mostro marino. Perseo arrivò appena in tempo per uccidere il mostro usando come arma lo sguardo stesso di Medusa liberando la fanciulla e scappando insieme a lei sul cavallo alato, Pegaso. I due divennero amanti e regnanti con prole reale. Alla morte di Perseo, Atena, per onorare le sue imprese, lo trasformò in una costellazione che possiamo ritrovare oggi insieme alle altre nel nostro cielo. La costellazione di Perseo ha vicino infatti Andromeda, la sua amata, ma anche Cassiopea, Cefeo e Pegaso. Una delle più belle parti di cielo che possiamo ammirare.
Nella tradizione cattolica, il legame tra la notte stellata del 10 Agosto e San Lorenzo, un devoto diacono cristiano che visse nel III secolo d.C., aggiunge un significato profondo alla sua celebrazione. La sua figura, intrisa di coraggio e spirito indomito, affonda le radici nelle pagine della storia antica. Nel mezzo delle persecuzioni dell’Imperatore Valeriano, San Lorenzo subì un martirio atroce ma la sua fede rimase inalterata. La tradizione racconta che a Lorenzo fu promesso di fargli salva la vita se avesse consegnato i tesori della Chiesa; il 10 agosto Lorenzo si presentò con una processione di poveri asserendo “Questi sono i tesori della Chiesa”. Questo singolare atto di sfida, improntato a un calmo coraggio, ha ispirato il nome “Notte di San Lorenzo”, un tributo duraturo alla forza interiore e alla fede incrollabile del diacono.
La suggestione romantica di esprimere un desiderio sotto una stella cadente durante questa notte magica riflette l’antica credenza che il cielo possa essere uno specchio attraverso il quale le preghiere e i desideri dell’umanità possano ascendere. Questo sentimento di connessione tra l’infinito cielo e l’animo umano contribuisce a rendere la Notte di San Lorenzo un momento di riflessione e contemplazione, un’opportunità per rinnovare le speranze e i sogni.
Ma perché le stelle sono associate al desiderio?
Come asseriva già l’antico astronomo greco egiziano Claudio Tolomeo, “quando cade una stella si genera un fascio di luce e si pensa che attraverso questa luce Dio scorga gli uomini e gli uomini possano vedere e riconoscere Dio e rivolgersi a Lui.”
Linguisticamente, invece, la parola desiderio è una delle più belle e affascinanti da analizzare che suscita profonde riflessioni. Essa deriva dal latino “de-si-derium” ed assume il significato di “mancanza”. E’ composta infatti dalla preposizione “de–“, che in latino ha valore privativo, e dal termine “sidera”, da “sidus”, che significa letteralmente “stella”. “Io manco di qualcosa” e quindi la desidero attraverso le stelle. Altra interpretazione linguistica sostiene che la preposizione “de- “assuma in questa parola valore di provenienza e quindi “dalle stelle”. Qualcosa che proviene dalle stelle e proprio da lì va ricercato.
La Notte di San Lorenzo è molto più di una semplice pioggia di stelle cadenti. È un momento in cui possiamo connetterci con l’immensità dell’universo e riflettere sulla nostra piccola, ma preziosa, esistenza all’interno di esso. Non ci resta che sollevare gli occhi al cielo, esprimere un desiderio e sentirci parte di qualcosa di molto più grande di noi.
testo di Elvira Scognamiglio
immagini e grafica Crinos