Cooperazione e cultura: un modello di sviluppo sostenibile
È evidente che esiste oggi in Italia un problema serio ed attuale di sostenibilità gestionale dei beni culturali, tale da non consentire la cura ordinaria o la garanzia di una qualità minima per la fruizione. A ciò si aggiunga che le risorse sin qui investite, sono state poche e spese in modo frammentario e poco lungimirante per assenza di programmazione strategica del settore e di concertazione tra i soggetti diversamente competenti e si aggiunga pure che i Fondi Europei, specie nel Sud, non hanno migliorato il sistema di accessibilità e accoglienza conducendo a situazioni di degrado e perdita ingente di visitatori.
Da dove ripartire? Come rilanciare l’economia? Come valorizzare i territori e fare innovazione?
La linea strategica non può che fondarsi sulla sostenibilità, intesa come modello diffuso di sviluppo della cultura, E in questa visione, la cooperazione può davvero rappresentare un asset decisivo, quanto ad ampiezza delle funzioni e dell’esperienza, diffusione, capillarità, complementarietà nelle dimensioni dei soggetti, etica e sostenibilità, democraticità e collegialità.
Hanno partecipato
Marco Maggi, Responsabile Comunicazione e Corporate Identity Gruppo Obiettivo Lavoro
Roberto Ferrari, Partner Struttura Consulting
Sergio Silvotti, Fondazione Triulza
Pellegrino Capobianco e Martina Borghi, Ar-T Box